Mercoledì, 24 Ottobre 2012 15:04

Detenuti in entrata

Una pubblicazione in Pdf per conoscere la “burocrazia”, gli uffici e il sistema regolamentare penitenziario, nonché gli aspetti quotidiani, che una persona reclusa si trova a dover affrontare, orientandosi tra i diritti e i doveri comportamentali, che accompagnano la vita detentiva fino alla scarcerazione.

Mercoledì, 03 Ottobre 2012 17:24

Semilibertà

REQUISITI

Si tratta di una misura alternativa impropria, in quanto, rimanendo il soggetto in stato di detenzione, il suo reinserimento nell'ambiente libero è parziale, limitato alle ore della giornata in cui vengono svolte attività lavorative o di studio o di volontariato. Può essere concessa ai detenuti che abbiano scontato:

  • almeno metà della pena per i reati minori;
  • due terzi della pena se sia stata applicata la recidiva;
  • aver scontato almeno tre quarti della pena se si tratta di un condannato per delitti indicati nel comma 1 dell'art. 4 bis dell'Ordinamento Penitenziario;
  • pena dell'arresto e pena della reclusione non superiore a sei mesi se il condannato non è affidato al servizio sociali;
  • essere sottoposto ad una misura di sicurezza detentiva (internato);
  • almeno vent'anni di espiazione della pena in caso di ergastolo

I detenuti per “reati associativi” possono essere ammessi solo se collaborano con la giustizia; per i reati di terrorismo, omicidio, rapina aggravata, estorsione aggravata, traffico aggravato di droghe, possono essere ammessi solo se non vi sono collegamenti con la criminalità organizzata o eversiva.
Chi è evaso, oppure ha avuto la revoca di una misura alternativa, non può essere ammesso alla semilibertà per 3 anni. Non vi può essere ammesso per 5 anni nel caso abbia commesso un reato durante un’evasione, un permesso premio, il lavoro all’esterno, o durante una misura alternativa.

PROCEDURA E MISURA

Procedura
Il detenuto – per usufruirne – deve aver dimostrato la propria volontà di reinserimento nella vita sociale nel caso di detenuti con pena non superiore a sei mesi, mentre per tutti gli altri casi andrà dimostrato di aver compiuto dei progressi nel corso del trattamento. La richiesta deve essere inoltrata al Tribunale di Sorveglianza.
Nel caso che il richiedente sia in libertà, l'istanza, corredata dalla documentazione necessaria, va indirizzata al Pubblico Ministero della Procura che ha disposto la sospensione dell'esecuzione della pena, il quale la trasmetterà al Tribunale di Sorveglianza competente per fissare l'udienza.
Nel caso di persona reclusa, direttamente al Magistrato di Sorveglianza, il quale può trasmettere gli atti al Tribunale di Sorveglianza, sospendere l'esecuzione (sino alla decisione del Tribunale) in caso di comportamenti tali da determinare la revoca della misura, oppure ordinare la liberazione del condannato.
Nel caso di condannati con pena superiore a tre anni e internati, l'istanza va presentata al Tribunale di Sorveglianza.

La semilibertà
Ha inizio dal momento in cui il Magistrato di Sorveglianza approva il piano di trattamento provvisorio, che il Direttore dell’Istituto di pena deve predisporre entro cinque giorni dall’arrivo dell’ordinanza.
Nel programma di trattamento sono indicate le prescrizioni che il condannato dovrà sottoscrivere e rispettare in ordine alle attività esterne. Durante la misura il programma di trattamento può essere modificato dal Magistrato di Sorveglianza su segnalazione del Direttore dell’Istituto di pena.
Il rientro serale in carcere è obbligatorio, tranne che nei periodi in cui si fruisce di permessi. Al soggetto in semilibertà possono essere concessi i benefici previsti dalla normativa per tutti i detenuti, a titolo di premio, una o più licenze, di durata non superiore a complessivi 45 giorni annui, che vengono fruite in regime di libertà vigilata.
Se l'ammissione riguarda una detenuta madre di un figlio di età inferiore a tre anni, essa ha diritto di usufruire della casa per la semilibertà.

REVOCA E UEPE

Revoca
Il provvedimento di ordinanza della semilibertà può essere revocato dal Tribunale di Sorveglianza nei seguenti casi:

  • se il soggetto si dimostra non idoneo alla misura o se il soggetto si assenta dall’Istituto senza un giustificato motivo per non più di 12 ore;
  • sopravvenienza di un altro titolo di esecuzione di pena detentiva che faccia decadere i requisiti per l'ammissione, il Magistrato di Sorveglianza (trasmettendo gli atti al Tribunale di Sorveglianza per le decisioni) in questo caso può anche decidere per la sospensione;
  • se l'internato si assenta per oltre tre ore dall'Istituto di pena senza giustificato motivo

Particolare importanza sia prima, sia durante il corso della concessione della misura alternativa è ricoperta dall'Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE), in quanto:

  • partecipa al gruppo per l’osservazione scientifica della personalità (per persone detenute) o svolge l’inchiesta di servizio sociale (per soggetti in libertà) per elaborare la relazione di sintesi, da inviare al Tribunale di Sorveglianza;
  • cura la vigilanza e l’assistenza del condannato nell’ambiente libero;
  • collabora con la Direzione dell’Istituto, che rimane titolare della responsabilità del trattamento;
  • riferisce periodicamente al Direttore dell’Istituto di pena sull’andamento della semilibertà e sulla situazione di vita del condannato;
  • fornisce al Direttore dell’Istituto ogni informazione rilevante ai fini di un’eventuale modifica del programma di trattamento

Riferimenti normativi

Fonte: Ministero della Giustizia

Martedì, 25 Settembre 2012 09:57

Faq Detenuti in entrata

In questa sezione è possibile reperire informazioni approfondite e le risposte ai quesiti più frequenti relativi alla sezione DETENUTI IN ENTRATA di zeromandate.org.

Pubblicato in FAQ
Lunedì, 24 Settembre 2012 15:09

Lavoro

IL LAVORO IN CARCERE

L’Ordinamento penitenziario italiano individua il lavoro come uno degli elementi del trattamento rieducativo stabilendo che, salvo casi di impossibilità, al condannato è assicurata un’occupazione lavorativa.
Il lavoro all’interno degli istituti penitenziari è obbligatorio, remunerato e non deve avere carattere afflittivo. Non deve essere un inasprimento della pena e l’istituzione carceraria deve favorire la destinazione dei detenuti al lavoro e la loro partecipazione a corsi di formazione professionale. E’ possibile per gli istituti stipulare rapporti con aziende pubbliche o private convenzionate e con enti al fine di istituire all'interno degli istituti lavorazioni organizzate o corsi di formazione professionale.

Il rapporto di lavoro prevede le medesime garanzie assicurative, contributive e previdenziali di quelle previste in un rapporto di lavoro subordinato, ed il compenso economico è calcolato in base alla quantità e alla qualità di lavoro prestato, in misura non inferiore ai 2/3 del trattamento economico previsto dai contratti collettivi nazionali.

Il lavoro penitenziario si svolge prevalentemente in tre modalità, quali il lavoro "domestico", alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria e finalizzato all'espletamento dei servizi d'istituto; il lavoro su base industriale, consistente nelle cosiddette "lavorazioni", organizzate e gestite dall'amministrazione penitenziaria o da imprenditori esterni; e il lavoro al di fuori dell'istituto penitenziario, attraverso l'ammissione al beneficio del lavoro all'esterno art. 21 dell'Ordinamento penitenziario.

Il collocamento al lavoro da svolgersi all'interno dell'istituto avviene nel rispetto di graduatorie fissate in due apposite liste, delle quali una generica e l'altra per qualifica o mestiere.
Nell'assegnazione dei soggetti al lavoro, con l'esclusione dei detenuti e degli internati sottoposti al regime di sorveglianza, al lavoro si tiene conto:

  • dell'anzianità di disoccupazione durante lo stato di detenzione o di internamento;
  • dei carichi familiari;
  • della professionalità;
  • delle precedenti e documentate attività svolte e di quelle a cui i detenuti potranno dedicarsi dopo la dimissione

Riferimenti normativi

Fonte: Ministero della Giustizia; L'altro diritto

ART. 21

Il lavoro all'esterno per persone private delle libertà personali è permesso, secondo quanto disposto dall'articolo 21 dell'Ordinamento Penitenziario. Detenuti e internati possono essere assegnati al lavoro all'esterno in condizioni idonee a garantire l'attuazione positiva degli scopi previsti nel proprio trattamento esecutivo.

Nel caso di persona condannata alla pena della reclusione per uno dei delitti indicati nel comma 1 dell'articolo 4- bis, l'assegnazione al lavoro all'esterno può essere disposta dopo l'espiazione di almeno un terzo della pena e, comunque, di non oltre cinque anni.

Nei confronti dei condannati all'ergastolo l'assegnazione può avvenire dopo l'espiazione di almeno dieci anni.

L’ammissione avviene esclusivamente su autorizzazione della competente autorità giudiziaria e il beneficio diviene esecutivo solo dopo l’approvazione del Magistrato di Sorveglianza.

Nel caso non sussistono motivi di sicurezza le persone assegnate al lavoro esterno possono recarsi sul luogo di lavoro senza scorta.

C. C. TORINO

All'interno della Casa Circondariale di Torino “Lorusso e Cutugno” sono previste, tra le altre, le seguenti mansioni:

  • cucinieri;
  • barbieri;
  • addetti alla lavanderia;
  • spesini (addetti spesa detenuti);
  • piantoni (assistenza infermi);
  • portavitti;
  • scopini (addetti alle pulizie);
  • M.O.F. (Manutenzione Ordinaria Fabbricati: i lavoratori edili, idraulici ed elettrici necessari alla manutenzione dei fabbricati);
  • giardinieri;
  • scrivani.

Per esservi ammessi è necessario compilare un apposito modulo che gli addetti all’Ufficio Pratiche detenuti, utilizzeranno per redigire le graduatorie di attesa.

Per quel che concerne le cosiddette "lavorazioni" in data 9 settembre 2009 è stato firmato un "Protocollo d'intesa finalizzato allo sviluppo delle attività produttive all'interno della Casa Circondariale - Lorusso e Cutugno", tra la direzione e una serie di cooperative. Allo stato attuale le cooperative presenti sono:

Impegno sociale e qualità si fondono nel progetto “Liberamensa” avviato nel 2008 dalla cooperativa Ecosol all’interno del carcere di Torino con l’obiettivo di dare formazione e lavoro ai detenuti nel settore della ristorazione. Con la supervisione e la formazione di cuochi e pasticceri esperti, soci della cooperativa, i detenuti assunti, con applicazione del CCNL di categoria presso la cucina del carcere, si occupano della preparazione dei pasti per l’Istituto e di tutte le preparazioni destinate all’esterno. Privati e organizzazioni possono rivolgersi a Liberamensa per acquistare prodotti di pasticceria e gastronomia e per servizi di catering e coffee break in occasione di rinfreschi e cerimonie. La creazione di “veri” posti di lavoro all’interno del carcere rappresenta una possibilità concreta offerta ai detenuti nel percorso di riabilitazione. Oltre all’occupazione del “tempo” in modo attivo, il lavoro intramurario consente di percepire un reddito, di usufruire di un percorso formativo specifico in un settore che offre possibilità di occupazione all’esterno.

Contatti
Sede legale: Via Lulli, 8 - 10148 Torino
Tel.: 320 0195858
E-mail:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Sito:www.liberamensa.org

ETA BETA s.c.s, è una realtà torinese del no-profit, è una cooperativa Sociale di tipo B, nata nel 1987. I servizi informatici sono la leva con cui sperimentare uno sviluppo di servizi e prodotti innovativi, nonché un inserimento lavorativo che privilegi la centralità della persona. Nel 2002 la Direzione della Casa Circondariale di Torino consente l’avvio di un laboratorio interno nel quale svolgere attività produttive legate all’imputazione dei dati, al trattamento documentale, alla scansione, ad attività di raccolta dati, alla produzione di e-book, ai servizi editoriali e ad attività di web content e web marketing. Un’opportunità dove le persone detenute possono sperimentarsi in attività lavorative apprendendone i passaggi, attraverso la guida del personale esterno della Cooperativa, questo consente loro di avere un regolare stipendio, e di progettare un percorso di uscita dal carcere con una possibilità concreta di inserimento lavorativo.

Contatti
Lungo Dora Voghera, 22 - 10153 Torino
Tel.: 011 8100211
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Sito: www.etabeta.it

Nata nel 2007 all’interno di un più ampio progetto promosso dal Comune di Torino e denominato “Le Virtù del Lavoro”, Extraliberi si prefigge l’ambizioso obiettivo di sviluppare nuove sinergie e una più fertile integrazione tra carcere e territorio. L’espressione più concreta di questo progetto è il laboratorio di serigrafia e di stampa digitale, una piccola realtà imprenditoriale nella quale lavora attualmente un gruppo di detenuti del carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino, impegnati nella personalizzazione su commissione di T-shirt, polo, felpe, cappellini, borse, abbigliamento sportivo e da lavoro.

Contatti
Via Giovanni Zambelli, 2 - 10137 Torino
Tel: 349 7522540
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Sito: www.extraliberi.it

L’idea forza del progetto di Pausa Cafè è la realizzazione, in carcere, di produzioni agro alimentari che rispondano a requisiti di eccellenza organolettica, ambientale e sociale. Il progetto si è incentrato inizialmente su caffè, cacao e birra realizzati presso gli istituti di pena di Torino e Saluzzo. È stato così creato un partenariato internazionale tra produttori di caffè e cacao, trasformatori e consumatori che consente l’acquisto di prodotti di eccellenza ad un prezzo equo. Il tutto migliorando le condizioni di vita dei contadini e generando opportunità di inserimento lavorativo intra moenia per i detenuti partecipanti al progetto. Al fine di favorire il reinserimento a fine pena si è quindi sviluppata l’ attività di ristorazione eticamente orientata, con l’obbiettivo di rompere il circolo vizioso di marginalità > detenzione > marginalità > recidiva. E’ nato così a Grugliasco il “Bistro di Pausa Cafè”.

Contatti
Via Narzole, 1 - 10126 Torino
Tel.: 011 19506842
E-mail:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Sito:www.pausacafe.org

La cooperativa gestisce la lavanderia industriale in funzione all’interno della Casa circondariale di Torino. La lavanderia ha commesse esterne con strutture pubbliche e private e serve alcune strutture alberghiere per il lavaggio di lenzuola e asciugamani.

Contatti
Via C. Brunetto, 110 Fraz. Ceretts - 10077 S10077 San Maurizio C.se (TO)
Tel.: 011 9279996
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Fonte: Camera di Commercio di Torino

C. C. IVREA

Sono presenti attività gestite direttamente dall'amministrazione penitenziaria per quel che riguarda lavorazioni tipografiche, con impiego di personale con turnazione giornaliera; e gestite da terzi per l'orticoltura in serra.

Quanto presente in questa pagina è stato ricavato dal sito istituzionale del Ministero della Giusizia "Schede trasparenza istituti penitenziari - pubblicazione del 19 maggio 2016"

https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_2_3_2.page

Fonte: Ministero della Giustizia

Martedì, 18 Settembre 2012 15:04

La "domandina" e le richieste

Il mezzo con cui una persona reclusa può comunicare con la Direzione dell’istituto è la “domandina semplice”, un modello prestampato che permette di richiedre le autorizzazioni più varie e di dialogare con tutte le aree della struttura a seconda della necessità.

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